"Vieni", mi hai detto, "occhi smarriti. Vieni, cuore di lupo". Acqua per la mia sete sete per l'acqua che per te serbavo sonno per la mia voglia di dormire da infinite stagioni ti aspettavo. Ora ti riconosco, vedo negli occhi che mi volgi i miei occhi di lupo sento nella tua voce il riso e il pianto che furono miei per tanto tempo. Ecco, vorrei nitidamente dire con voce piana con la voce serena del mio cuore bambino dire vorrei "ti amo, occhi smarriti". Vorrei dirti "ti amo" coi miei occhi e con le mani che qualcosa di nuovo rende lievi; vorrei dirti "ti amo" col riflesso del riflesso di un bacio sulla tua pelle nuda di bambina dai piedi scalzi. Entra nei miei pensieri di ogni giorno e sciogli il pianto e sciogli il riso e il gioco e libera l'amore dai suoi lacci antichi. Perché giunto è il momento, se tu vuoi; perché vorrei nitidamente dire con voce piana, con la voce serena del mio cuore bambino, vorrei dirti che questo è il giorno e l'ora e questo il luogo da tempo preparato, da infinite stagioni stabilito. Ora, dunque, distenditi qui accanto socchiudi gli occhi un poco, e ascolta, se tu vuoi, dal mio silenzio il nitido sussurro e dalle lievi mani il riso e il pianto. |
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